Nella puntata di oggi di Le invasioni barbariche, dopo l’intervista/talk politico con Serena Dandini, è stata ospite la ben nota Paola Ferrari, la giornalista sportiva più famosa della Rai. Dopo aver parlato della sua esperienza politica con La Destra di Storace e delle sua amicizie celebri con Alba Parietti, Daniela Santanché e Flavio Briatore, Daria Bignardi le ha chiesto di spiegare cosa fosse successo esattamente con Twitter.
Nel giugno scorso uscì infatti la notizia che Paola Ferrari, giornalmente bersagliata da prese in giro sul noto social network a causa delle fortissime luci di scena proiettate sul suo volto secondo molti appositamente per nascondere le rughe, aveva querelato Twitter, stufa di leggere queste prese in giro dopo ogni diretta.
La giornalista ha spiegato che a darle fastidio sono state soprattutto gli insulti e gli attacchi di alcuni attraverso il social network, che forti dell’anonimato si sono permessi di attaccarla senza un valido motivo. Ha poi aggiunto che l’azione di querela sta proseguendo, seppur lentamente poiché la sede di Twitter non è in Italia.
La Bignardi ha tentato di spiegare che Twitter è come se fosse un contenitore di discorsi da bar; come se un televisore fosse acceso su La domenica sportiva e tutti facessero un commento su ciò che va in onda. Quest’argomentazione non ha convinto però la Ferrari, che anzi ha aggiunto che la sua battaglia vale anche per impedire che una donna, dopo una certa età, debba essere schiava del giudizio degli uomini che la considerano o una rifatta o una vecchia racchia.
Un vero peperino, questa Paola Ferrari, che almeno per una cosa si è dimostrata flessibile: l’hashtag #querelaconPaola, nato dopo la notizia della querela, che riportava una serie di improbabili querele; per la Ferrari, è come allo stadio: sì agli sfottò, no insulti razzisti. Ha decisamente le idee chiare.