E così, dopo una pubblicità battente durata settimane, la prima puntata di 90 Special (sottotitolo: Che ne sanno i 2000), lo show condotto da Nicola Savino, è andata in onda. Una prima puntata con ospiti da grande evento, in primis Fiorello, le cui comparsate in tv sono sempre più rare, e Jovanotti, che per l’occasione si è collegato dalla tv svizzera, facendo uno show nello show, raccontando aneddoti dei tempi passati e riproponendo un “tormentone” a cui non è per nulla legato, ossia Asso, sigla del telefilm Classe di Ferro.
90 Special, che sulla carta si proponeva come programma allegro e non nostalgico, ha raggiunto l’obiettivo che si era prefessato: al pubblico non è stato dato l’appiglio per pensare ai bei tempi andati con il groppo in gola, ma è stato piuttosto donato un sorriso. Anche perché i ricordi degli anni ’90 proposti nelle varie clip e in studio hanno riguardato per la maggior parte la tv Mediaset del tempo, che ci ha regalato sicuramente anche qualche programma degno di nota, ma perlopiù perle trash che, a vederle oggi, creano un divertente imbarazzo.
Ma 90 Special non è stato “tutto oro”. Se da una parte ha messo allegria grazie ad un Nicola Savino che ha ben guidato la serata, ad un Max Novaresi intervenuto al momento giusto con curiosità interessanti e ad una Katia Follesa simpatica nella sua eccessività, dall’altra gli ospiti fissi, in particolare Cristiano Malgioglio e Ivana Mrazova, non sono stati completamente azzeccati e la scelta della diretta ha costretto il programma a qualche tempo morto di troppo.
Inoltre, la durata esagerata, con un’ultima parte dedicata interamente a Rocco Siffredi – come se avesse fatto qualcosa di davvero rilevante o “diverso” negli anni ’90 rispetto alle decadi successive -, ha allungato inutilmente il brodo. Se il programma fosse terminato prima della mezzanotte, probabilmente nessuno avrebbe avuto niente da ridire e i ricordi della puntata sarebbero stati quasi tutti positivi.
Insomma, 90 Special ha bisogno di essere aggiustato un po’, ma merita sicuramente la promozione. Questo prima di vedere i dati d’ascolto, che potrebbero non essere altrettanto clementi con Savino e compagnia.