Capita spesso che, da spettatrice ancor prima che da addetta ai lavori, certe scelte di palinsesto risultino poco comprensibili o azzardate. Ci sono però serate in cui l’azzardo sembra aver lasciato spazio alla follia, come quella di oggi, 11 gennaio 2018, con le tre reti Rai che si giocano tutto il giocabile, facendo scendere in campo il pezzo da 90 per eccellenza – Don Matteo, giunto all’undicesima stagione – contro due programmi sperimentali che avrebbero potuto fare degli ascolti discreti, ma che sono stati condannati all’insuccesso garantito, oserei dire al fallimento.
Sto parlando di Le Spose di Costantino, con Costantino Della Gherardesca, in onda su Rai2, e di M di Michele Santoro, piazzato invece su Rai3 dopo oltre 20 anni di assenza. Un talk ed un docu-reality contro la fiction più amata di tutta la tv italiana, se escludiamo i film tv di Montalbano.
Non sono io a dirlo, sono i numeri. Don Matteo è capace di portarsi a casa 9 milioni di spettatori quando è in gran forma, mentre se gli va male ne piglia comunque 7. I nuovi episodi sono attesi da quasi due anni, quindi possiamo solo immaginare quali cifre vedremo domani nei dati d’ascolto. Era indispensabile far debuttare anche Costantino e Santoro lo stesso giorno?
I casi sono due: o i vertici Rai non credono per nulla nel talk e nel docu-reality e li hanno buttati al macello per liberarsene il prima possibile, oppure, analizzando i possibili target, hanno ipotizzato un pubblico nettamente diverso per i tre programmi, credendo che la messa in onda in contemporanea fosse fattibile.
No, non è fattibile per nulla, lasciatevelo dire, perché la curiosità di dare anche solo un’occhiata al prete più famoso della tv si impossesserà di quasi ogni famiglia italiana. Se qualche spettatore arriverà, sarà solo grazie a Mediaset, che non ha nemmeno tentato di fare concorrenza alla corrazzata Don Matteo, piazzando un film di dubbio interesse, l’ennesima replica di Aldo, Giovanni e Giacomo e lasciando un talk da neanche un milione di spettatori.
Spero di aver sbagliato le previsioni, ma il suicidio, in casa Rai, sembra essere un atto apprezzato.