Una delle caratteristiche più affascinanti de Il Nome della Rosa, la serie tv in onda dal 4 marzo 2019 su Raiuno e tratta dall’omonimo romanzo best-seller di Umberto Eco, sono le location. L’ambientazione è fondamentale in una serie ambientata nel 1327 e che fa dell’Abbazia al centro del racconto lo snodo per tutti i principali eventi raccontati.
Per questo, le riprese sono state effettuate in gran parte a Cinecittà, in tre teatri di posa, dove è stata ricostruita l’Abbazia, la chiesa, il chiostro, le stalle e, soprattutto, la Biblioteca. Per realizzare quest’ultima, sono stati considerati anche dei disegni effettuati dallo stesso Eco.
“È un luogo-simbolo dove è contenuta e catalogata tutta la conoscenza umana, dove certe ‘informazioni’ vengono nascoste, dove si aggirano i pazzi”, ha detto a questo proposito il regista della serie Giacomo Battiato. “È una metafora visionaria di Internet che prende fuoco”.
Sono stati inoltre utilizzati 4mila metri quadri di area esterna, per una produzione internazionale costata 26 milioni di euro e già venduta in 130 Paesi. Ma le riprese sono state effettuate anche in alcuni luoghi del Lazio, dell’Umbria e dell’Abruzzo.
Nel Lazio, ad esempio, alcune scene sono state girate nel Parco del Tuscolo, nella zona del Monte Porzio Catone ed a Manziana, oltre al Vivaro, il pianoro del Tuscolo, San Silvestro, le Torri in Sabina ed il castello di Rocchettine. In Umbria, invece, le riprese sono state effettuate a Perugia, in Piazza IV Novembre, mentre in Abruzzo la troupe ha girato nel castello di Roccascalegna, all’eremo di Santo Spirito a Roccamorice e presso le Gole di Fara San Martino.
[Fonte: SiViaggia]