Il 7 dicembre 2021, su Raiuno subito dopo la Prima della Scala, va in onda La concessione del telefono, film-tv appartenente al ciclo “C’era una volta Vigàta”, tratto dai romanzi di Andrea Camilleri (editi da Sellerio) e che portano i lettori nella cittadina immaginaria che ospita anche le indagini de Il Commissario Montalbano, ma in tutt’altra epoca storica.
Ma da quante puntate è composto La concessione del telefono? Così come gli altri due titoli appartenenti al ciclo “C’era una volta Vigàta”, anche questo è in realtà un film-tv, composto quindi da una solo puntata ed in onda in un’unica serata.
La concessione del telefono è il terzo film-tv di questa serie antologica di racconti, dopo La mossa del cavallo e La stagione della caccia. Nel cast, Alessio Vassallo, Thomas Trabacchi, Federica De Cola e Dajana Roncione, ma anche Corrado Guzzanti e Fabrizio Bentivoglio.
La trama de La concessione del telefono
Pippo Genuardi (Vassallo), nato a Vigàta il 3 settembre 1856, è un commerciante di legnami. Ma sia chiaro: quella non è la sua occupazione maggiore, anzi, potremmo dire che il suo vero talento è quello di cacciarsi nei guai. Spiantato, ironico, amante delle donne e della tecnologia, Pippo sembrerebbe aver messo la testa a posto sposando Taninè Schilirò (la De Cola), figlia dell’uomo più ricco di Vigàta, ma il nostro protagonista è appunto un uomo che in realtà non si accontenta mai.
E così, spedendo tre lettere al Prefetto Marascianno (Corrado Guzzanti), un napoletano paranoico e complottista, mette in moto un meccanismo che lo porterà a trovarsi sotto due fuochi incrociati: lo Stato, che pensa di avere a che fare con un pericoloso sovversivo, e l’uomo “di rispetto” Don Lollò (Fabrizio Bentivoglio), che inizia a credere che il Genuardi lo stia prendendo per fesso.
Per ottenere l’agognata “concessione del telefono”, infatti, Genuardi sarà disposto a tutto: cercare l’appoggio di suo suocero, ma anche della mafia; corrompere funzionari pubblici e tradire il suo vecchio amico Sasà (Corrado Fortuna). Il tutto sotto gli occhi del Questore Monterchi (Trabacchi), venuto dal Nord, che osserverà sgomento e impotente il concatenarsi folle degli eventi.