Martedì 16 agosto 2022 si sono tenuti i funerali laici di Piero Angela, il divulgatore scientifico ed ideatore e conduttore di Superquark scomparso il 13 agosto all’età di 93 anni. Se le esequie si tengono alle 19:00 in Campidoglio, a Roma, in mattinata, sempre in Campidoglio, si è aperta la camera ardente.
Ad accogliere le numerosissime persone presenti per un ultimo saluto c’era Alberto Angela, figlio di Piero che ha seguito le orme del padre, diventando anche lui divulgatore e conduttore di programmi di successo. A lui il compito anche di tenere un discorso iniziale con cui ha voluto ricordare il padre, la sua passione per ciò che faceva ed i suoi insegnamenti.
Ecco, di seguito, il discorso di Alberto Angela:
“Grazie per essere venuti, grazie a chi partecipa a casa. Grazie ai media, la stampa, le tv. Da collega vi dico che avete fatto un lavoro molto corretto, di tatto, molto professionale. Non è facile per me, tenere questo discorso: sono abituato ad andare a braccio. E’ un discorso difficile. Penso che le persone che amiamo non dovrebbero mai lasciarci, però accade. Mi sento tra amici e collaboratori: vorrei partire dall’ultima cosa che ha fatto papà, quel comunicato. E’ stata l’ultima cosa che ha detto. Ne ha dette altre a noi familiari, ma quello è stato l’ultimo discorso. Mia sorella ed io lo abbiamo trascritto: se lo leggete, non è un discorso ufficiale, è come se qualcuno parlasse agli amici a fine cena o a fine vacanza. C’è molto affetto nei confronti di tutti: lui si è rivolto al suo pubblico. Lo dico da figlio, ma anche da collega; è riuscito ad unire e non a dividere, pur mantenendo le sue opinioni. E’ una dote difficile da trovare. Il suo stile lo conoscete tutti, ma la cosa bella che ha colpito noi come famiglia e me come figlio è stato il ritorno sotto forma di messaggi, social, articoli… Dovrò passare tutti i prossimi giorni a ringraziare tutti. Nei giorni scorsi per me è stata una tempesta, ma se ne esce.
Questi messaggi erano pieni non di dolore, ma di amore. Non sensazioni, ma un sentimento. Il sentimento è qualcosa che rimane e che si trasforma in valore, ed il valore è eterno. E credo che sia il migliore vestito per il viaggio di papà. Ci ha insegnato tante cose, con trasmissioni, libri, tutti i media. L’ultimo insegnamento me l’ha fatto non con le parole, ma con l’esempio: mi ha insegnato in questi ultimi giorni a non aver paura della morte. E’ la più grande paura dell’essere umano, ma lui l’ha attraversata con un’umanità che mi ha colpito. Non l’ho mai visto in mezzo allo sconforto. Faccio un esempio: qualche anno fa ci sono stati i 50 anni dello sbarco sulla luna e ho insistito perché facessimo qualcosa insieme, abbiamo fatto un programma, uno speciale, e lui è tornato nei posti in cui aveva lavorato. Ha tirato fuori tantissime foto. E’ stato uno dei motivi per cui se n’è andato soddisfatto, come alla fine di una cena con amici. Ha attraversato quest’ultimo periodo con razionalità, come se fosse una missione Apollo. Quando ha saputo che era arrivato il suo tempo ha fatto un calcolo di quanto gli rimaneva ed ha fatto le puntate di Superquark che ora vanno in onda, un ciclo di altre puntate, un disco… E dei discorsi. Ventiquattro ore dopo quel discorso, se n’è andato. Non ho mai visto una cosa così: lo dico come figlio e come collega.
Aveva un approccio alla vita razionale ma anche pieno di amore. Amava ripetere negli ultimi tempi un aforisma di Leonardo Da Vinci. Io ho avuto davvero la sensazione di avere avuto Leonardo in casa: una mente eclettica, capace di dare sempre la risposta giusta, in qualunque settore. Aveva una capacità di sintesi e di analisi che metteva tutti d’accordo. L’aforisma diceva ‘Siccome una giornata ben spesa dà lieto dormire, così una vita ben usata dà lieto morire’. Per lui era importante avere una vita colma, e ci ha dato un suggerimento: ‘Fate come me e sarà più facile arrivare alla fine’. Questo è quello che ha fatto: da torinese sembrava riservato, ma aveva un grande fuoco dentro.
Continuerà a vivere, a mio modo di vedere. Attraverso i libri, le trasmissioni, i dischi jazz… Ma secondo me lo farà in tutti quei ragazzi che hanno la speranza per il futuro e che soprattutto cercano l’eccellenza, in tutti i ricercatori che malgrado le difficoltà cercano l’obiettivo, in tutte le persone che cercano di unire e non disunire, che cercano la curiosità e la bellezza della natura, che cercano di assaporare le vita. Lui era così, lo avete conosciuto in modo ‘scientifico’, ma aveva un incredibile senso dell’umorismo, capace di suonare per ore il pianoforte. Era bravo in tutte le cose, anche nel disegno, nella scultura. L’eredità che lascia a tutti noi, non solo a me, non è fisica, di lavoro, ma di atteggiamento nella vita. E’ la cosa più importante che ci ha lasciato. Lui ci ha detto ‘Anche voi fate la vostra parte’: anche io cercherò di fare la mia.”