Si discute ormai da qualche giorno del fenomeno della violenza e dell’odio sul web, e in particolar modo Twitter. Ne hanno parlato – tra i tanti – il Presidente della Camera Laura Boldrini e Roberto Saviano; contemporaneamente, Enrico Mentana, stufo di ricevere critiche e insulti gratuiti nel suo account, ha deciso di abbandonare il social network. A parlare di questo fenomeno è stata anche la puntata di In Onda di ieri.
Con ospiti Selvaggia Lucarelli, Pierluigi Battista e Walter Siti, Nicola Porro e Luca Telese hanno analizzato questo fenomeno tutt’altro che nuovo (come ha ben detto la Lucarelli, che dal web è nata ormai 12 anni fa) ma semplicemente più evidente ora, che il web è a portata di mano di tutti.
Si è parlato di cyberbullismo e addirittura femminicidio, e sull’opportunità o meno di creare leggi speciali, come proposto dalla Boldrini, con il rischio però di sfociare nella censura, tarpando così le ali ad uno strumento che della libertà ne ha fatto il suo cavallo di battaglia, ma che a quanto pare sta diventando anche un punto debole.
Certo, è bene specificare che a In onda non è stato fatto un processo a Twitter ma al fenomeno delle minacce e degli insulti sul web sostenuti dall’anonimato, e che tutta la puntata è stata costruita sopra i riferimenti agli account degli ospiti in studio nei sottopancia, su un sondaggio al quale i telespettatori potevano rispondere tramite Twitter e incorniciata da uno dei suoi conduttori, Porro, che mentre ascoltava la Lucarelli e Battista scorreva tranquillamente il dito sul suo tablet per leggere i commenti direttamente dal social network. Tuttavia, la sensazione è che il noto social network stia cominciando a scricchiolare sotto ai piedi dei vip e delle trasmissioni che sono state costruite sfruttando l’interattività di questo strumento.