Ritorna stasera, 23 ottobre, in prima serata su Rai3 Report, il fu programma di Milena Gabanelli, dalla scorsa stagione condotto da Sigfrido Ranucci, con la collaborazione delle altre cinque storiche firme del programma: Giovanna Boursier, Michele Buono, Bernardo Iovene, Paolo Mondani e Stefania Rimini. Tanti i servizi interessanti in onda già nella prima puntata.
Nell’inchiesta Socialmente umiliati si parlerà di lavoro nero. Protagoniste persone che lavorano “a nero” nei comuni da 22 anni, che dovevano inizialmente essere solo di supporto, ma che invece il blocco del turn over li ha resi indispensabili. Non hanno contributi perché percepiscono un sussidio dal ministero del Lavoro e una piccola integrazione dagli enti, anche quella priva di contributi previdenziali.
Anche al ministero della Giustizia, con vari escamotage, i “tirocinanti” (persone cinquantenni) già da otto anni sopperiscono alla carenza di personale per 400 euro lordi, anche loro senza contributi. Al ministero della Sanità sfruttano i “borsisti” per decenni senza garanzie e senza lo status di lavoratore, eppure in alcuni Istituti sono diventati indispensabili. Poi ci sono i “somministrati”, che lavorano negli uffici pubblici appaltati dalle agenzie interinali: sono diecimila…
L’inchiesta Cioccolato amaro parlerà invece di uno dei settori industriali più fruttuosi, che nel mondo fattura ogni anno più di 100 miliardi di dollari, quello del cioccolato per l’appunto. Si dividono il mercato una decina di grandi gruppi, multinazionali del cioccolato. Il prezzo del cacao, l’ingrediente primario, è stabilito nelle borse di Londra e New York attraverso strumenti finanziari trattati non solo dai produttori di cioccolato ma anche da fondi speculativi che acquistano e vendono enormi quantità di materia prima, allo scopo di ottenere plusvalenze finanziarie.
Alla fine la speculazione incide per circa il 30% sul prezzo finale del cacao. Le grandi piantagioni invece si trovano in paesi poveri dell’Africa Occidentale e del Sudamerica. E qui entrano in campo tre grandi gruppi internazionali di certificazione etica, che dovrebbero garantire a noi consumatori occidentali che il nostro cioccolatino non sia stato prodotto facendo lavorare i bambini o distruggendo l’ambiente, ma in realtà…
Infine, nell’inchiesta Per un soffio, si parlerà di etolometri. In Italia, dal 1990, affidiamo la verifica dello stato di ebbrezza del conducente esclusivamente a questo strumento. Si soffia nel tubo. L’etilometro rileva la concentrazione di alcol nell’aria espirata e fa i suoi calcoli per arrivare a dire quanto ne sta scorrendo nelle vene. Ma siamo sicuri che questi calcoli siano sempre da prendere per oro colato? Nel mondo scientifico si avanzano dubbi.
Intanto, nel 2016, in Italia sono stati sanzionati quarantamila conducenti perché non avevano rispettato le soglie alcolemiche stabilite per legge. È giusto che la sanzione sia la più severa possibile, ma si scopre che parecchi automobilisti vengono assolti in giudizio o la fanno franca perché l’etilometro, al momento del test, non era stato utilizzato in maniera corretta. Quali sono allora le avvertenze? E come fa un guidatore ad accertarsi che il test a cui lo stanno sottoponendo sia svolto in maniera adeguata?