Impossibile non pensare ad uno dei fatti di cronaca più tragici degli ultimi anni nel nostro Paese vedendo Black Out – Vite sospese, la nuova fiction in onda su Raiuno a partire da lunedì 23 gennaio 2023. Stiamo parlando della valanga di Rigopiano, evento che si verificò il 18 gennaio 2017.
L’evento avvenne alle 16:48 e fu causato da una slavina che, distaccatasi da una cresta montuosa sovrastante, investì l’albergo Rigopiano-Gran Sasso Resort a Rigopiano, appunto, frazione di Farindola, in Abruzzo.
Il bilancio fu di ventinove vittime ed undici feriti, diventando la valanga che (presa singolarmente) ha causato il maggior numero di morti di sempre sulle montagne dell’Appennino e la seconda più disastrosa per numero di morti in Europa dopo la valanga di Galtür che, nel 1999, che provocò trentuno morti.
Un episodio che potrebbe ricordare quello raccontato nella fiction in cui una valanga cade nei pressi di un hotel nella Valle del Vanoi, in Trentino. Nella serie, i protagonisti sono isolati a causa di un blackout causato dal fenomeno e sopravvivere facendo attenzione alle intenzioni di alcuni di loro, sul posto per compiere dei gesti criminali.
Durante la conferenza stampa della serie Valerio D’Annunzio, head writer e sceneggiatore, ha spiegato che Black Out – Vite sospese non è assolutamente ispirata a quella vicenda, anche se potrebbe ricordarla:
“Credo che quell’evento ci abbia influenzato più in maniera subliminale che cosciente. Abbiamo avuto rispetto verso quello che è accaduto ed evitato una pornografia del dolore. Non abbiamo mai preso in considerazione quella tragedia come esempio. Ma è innegabile che a livello di inconscio qualcosa sia accaduto. La nostra narrazione non prevede una reclusione violenta come Rigopiano, ma da abruzzese qualcosa probabilmente mi sono portato”.
La serie, insomma, non vuole approfittare di una tragedia, ma raccontare una vicenda totalmente differente, appoggiandosi soprattutto sul lato mystery e thriller del racconto scritto piuttosto che su altro.