Fabio Fazio non potrà essere considerato l’uomo dell’anno, ma poco ci manca. Dopo gli ottimi ascolti dell’ultima stagione di Che tempo che fa, il successo mediatico di Quello che (non) ho con Roberto Saviano su La7 e la notizia della conduzione del prossimo Festival di Sanremo, per il giornalista è veramente un periodo d’oro, ricco di gratificazioni professionali.
Fazio evidentemente gode di un consenso diffuso e piace, ma non a tutti. Uno che non lo stima particolarmente e che non ha problemi a dirlo è Piero Chiambretti, che intervistato dal settimanale A ha commentato:
Fazio…il suo successo è di relazioni, non di talento acquisito. L’hanno definito “il re del nulla”. Dovrebbe essere studiato dai sociologi negli anni a venire. Fazio è un caso più unico che Fazio
Pierino dice di non amarlo, nè odiarlo. Gli è semplicemente indifferente, anche se le sue parole sembrano significare ben altro (e molti staranno vedendo parecchio “rosicamento” nel suo discorso).
Aggiungiamo, per amor di cronaca, che nella stessa intervista Chiambretti dice la sua anche sui talent-show. Un’opinione intelligente e condivisibile:
Non li seguo, come i reality: facendo tv non amo guardarla per non essere influenzato. Ma devo ammettere che i talent, visti i successi canori di tanti ragazzi, sono efficaci. Non si può negare questo fatto, quindi mi sono ricreduto. Se ne dovrebbero fare uno-due l’anno, non di più. Invece ci sono gli Amici, ci sono i bambini, gli anziani. E non escludo, prima o poi, il talent dei morti. Vedrà.