Voleva essere una chiusura col botto ma assomigliava più a uno sbadiglio. Nell’ultima puntata di Domenica Live, oggi 27 aprile 2014, Barbara D’Urso ha intervistato Silvio Berlusconi, ospite per la seconda volta nello show di Canale5 dopo la celebre e discussa incursione risalente al dicembre 2012.
Il punto è che, mentre la precedente intervista qualche motivo di interesse in fondo lo aveva (era il periodo in cui Berlusconi veniva considerato elettoralmente defunto e riuscì a salvarsi proprio grazie alla maratona di presenze televisive), quella di oggi si è risolta in un spot elettorale noioso e ripetitivo fino allo sfinimento. Il 77enne leader politico non è apparso particolarmente in forma, al punto che nemmeno le luci amiche degli studi Mediaset (le stesse che ogni domenica spianano instancabilmente le rughe di Barbarella) riuscivano a celarne l’aspetto un po’ statico e imbalsamato.
Sprovvisto di colpi di scena o assi nella manica, senza neanche una Francesca Pascale o un Dudù da dare in pasto all’opinione pubblica, Silvio non ha fatto altro che ripetere tutte le ovvietà del suo stanco repertorio. La solita tiritera sulla sinistra che aumenta le tasse, la solita celebrazione dei propri governi (“Abbiamo fatto 40 riforme in 9 anni, più di quanto abbiano fatto tutti gli altri governi dal 1948 ad oggi”), la solita necessità di riformare la Costituzione (“I padri costituenti non hanno dato nessun potere al capo del governo”), il solito attacco alla Corte Costituzionale (“La maggioranza dei membri sono di sinistra”)…
La D’Urso neanche ci ha provato, a conferire una parvenza di dignità giornalistica a quella che era ovviamente null’altro che un’operazione propagandistica. E del resto gli assurdi scrosci di applausi che di continuo punteggiavano le parole di Berlusconi non contribuivano certo alla credibilità dell’insieme.
Terminato il pippone sull’attualità politica, compreso un riferimento al “simpatico tassatore” Matteo Renzi (“Non ho mai detto di voler rompere con lui, i giornali come sempre hanno equivocato e sono contro di me”), ecco che ne comincia un altro: di fronte a una D’Urso palesemente esausta Silvio farnetica per diversi minuti sulla necessità di unire in un unico fronte “i moderati” d’Italia e sui “club“ (ma il modo in cui Berlusconi pronuncia questa parola è qualcosa di irriproducibile) che a tal fine verranno fondati su tutto il territorio nazionale.
Solo nel finale c’è spazio per i temi pop che stanno più a cuore a Barbarella. Uno di questi è ovviamente Francesca Pascale, per la quale Silvio spende parole di elogio: “Francesca è una sinfonia, c’è dentro tutto. Voi napoletani siete speciali: Francesca riesce a leggere nella mia mente quello che sto pensando, infatti mi devo sempre attenere a pensieri puri”. Difende la fidanzata da “attacchi, menzogne e calunnie” di cui è stata oggetto: certo, “c’è una piccola differenza d’età, mezzo secolo”, ma “gli ideali e i valori sono più importanti dell’età”.
Poi un’immancabile parentesi sui servizi sociali per gli anziani, condanna che viene prevedibilmente fatta passare per una missione di beneficenza; infine una lunga e inspiegabile predica sull’importanza degli animali nella vita degli anziani, dovuta all’influenza del cagnolino Dudù o più probabilmente a strategie elettorali che puntano al voto degli animalisti. L’intervista a Berlusconi naufraga irrimediabilmente nella noia e nel disinteresse, mentre ormai anche le spudoratezze propagandistiche di Mediaset (compresa la grottesca claque) suonano stanche, ridicole e fuori dal tempo.