Con Fabio Troiano inauguriamo un ciclo di racconti che abbiamo deciso di chiamare “La storia triste“. Non serve andare a leggersi le favole più classiche per commuoversi di fronte a sventure e finali disgraziati; basta guardare la tv, dove di storie così se ne trovano a iosa. Quella di Fabio Troiano è sicuramente una di queste.
C’era una volta un giovane attore di belle speranze, il suo nome era Fabio. Aveva sempre sognato di far parte del mondo dello spettacolo e, dopo la scuola di recitazione, le proposte di lavoro non tardarono ad arrivare: cinema, televisione e addirittura teatro. I suoi boccoli neri e la sua barba incolta lo resero in breve tempo in un vero e proprio sex symbol, osannato dalle donne e seguitissimo nelle fiction di cui era protagonista, nelle quali interpretava spesso ruoli da duro. Tutto sembrava andare per il verso giusto.
La sfortuna, però, un giorno bussò alla sua porta. Un alto signore dai capelli lunghi, dai modi all’apparenza gentili e dal grande potere, gli propose di condurre un nuovo talent-show, un format di successo internazionale. “Io…conduttore?” chiese timidamente il giovane Fabio. “Perché no?” – rispose il signore – “Non servono esperienze particolari. Basta saper dire ‘Che emozione’, ‘Questo è The Voice’, ‘Che spettacolo’ e ‘Trionfo di applausi’“.
Il tenero Fabio, seppur consapevole della sua scarsa propensione alla conduzione, si lasciò tentare e accettò questa nuova sfida. Ma ben presto si pentì. Gli spettatori, anche a causa di un cattivissimo social network di nome Twitter, iniziarono a notare e sottolineare le sue pecche, la sua mancanza di ritmo, il suo imbarazzo e la mancanza di improvvisazione.
Il passaparola fu veloce e crudele verso il povero Fabio e ben presto si trasformò in derisione di massa. Fabio cercò di mettere una toppa al disastro, sorridendo in modo innaturale e buttando frasi a caso per riempire i vuoti della diretta del programma, ma non servì. Nemmeno i suoi boccoli e gli sguardi da duro ormai riuscivano a colpire il cuore delle spettatrici. Tentò anche di tagliare la barba per rendere più fresca la sua immagine, ma con scarsi risultati.
Fu così che il piccolo attore prestato alla conduzione prese atto della sua totale incapacità, maledicendo il giorno in cui si era lasciato tentare da quel signore dal grande potere. “Terminato The Voice, mai più televisione!” si disse, consapevole del fatto che ci sarebbe voluto molto tempo per riconquistare una credibilità.