È di qualche giorno fa la notizia secondo la quale sarebbe stata abolita la tanto contestata fascia protetta, ovvero quel limite orario che impedisce alle reti televisive di mandare in onda contenuti particolarmente scabrosi e violenti tra le 7 del mattino e le 23 per tutelare gli spettatori più piccoli, in favore dell’uso di ogni singolo spettatore del parental control.
Abbiamo atteso qualche tempo per riordinare le varie fughe di notizie, che sembravano abbastanza contraddittorie, ma adesso siamo in grado di darvi qualche delucidazione in più su questa nuova normativa pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale in questi giorni.
In realtà, si è trattato di un provvedimento chiesto dall’UE per poter tutelare maggiormente i piccoli telespettatori italiani; tra le novità introdotte spicca l’obbligo di segnalare i programmi non adatti ai minori con il classico “bollino rosso” per tutta la durata della trasmissione e il divieto di trasmettere prodotti censurati anche ai soli minori di 14 durante la fascia protetta, mentre fino ad ora la messa in onda di questi prodotti era concessa.
Le aziende televisive potranno però mettere a disposizione degli spettatori un filtro elettronico come il parental control, di cui Sky e Mediaset sono già dotati. In questo caso, la trasmissione di prodotti vietati ai minori non subirebbe limitazioni, e sarebbe quindi compito dei genitori impostare i televisori in maniera tale che i minori non incappino in programmi sconvenienti per la loro età.
Nonostante la maggior restrizione non sono mancate polemiche, in particolar modo dalle pagine dell’Avvenire, dove queste nuove regole sono accusate di essere eccessivamente a favore degli operatori televisivi, che a loro volta lamentano un ennesimo incremento delle restrizioni. E la disputa porta sempre al solito interrogativo: quando un bimbo è davanti alla tv, i genitori sono esentati dal controllare ciò che fanno? Non si devono assumere il compito di sorvegliarli? Insomma, davanti allo schermo, il bambino è sotto la responsabilità dell’adulto o delle reti televisive?
In realtà, la normativa non liberalizza niente, ma anzi incentiva il pubblico a scegliere cosa guardare e cosa lasciar fuori dal familiare schermo televisivo, spronando i genitori a controllare ciò che i bambini guardano; una cosa che dovrebbe essere scontata ma, viste le furiose critiche e lamentele, non lo è.