Se c’è una fascia oraria in cui la televisione generalista potrebbe permettersi di sperimentare e proporre contenuti alternativi, quella è la fascia notturna, quella manciata di ore compresa tra le 2 e le 7 del mattino in cui la pubblicità non è padrona, dove i dati Auditel sono rilevati ma quasi mai diffusi perché irrilevanti sul piano commerciale della vendita degli spazi pubblicitari.
Ci sono quindi ben poche scuse per non proporre una televisione di qualità, anche se gli italiani che guardano la televisione a quell’ora – spesso persone con problemi d’insonnia o lavoratori – sono pochi. Pare che questo concetto sia stato capito soprattutto dai vertici Rai, che oltre a proporre da anni su Rai3 le rassegne cinematografiche di Enrico Ghezzi con Fuori orario, da un po’ di tempo hanno valorizzato il palinsesto notturno di Rai1 con Mille e una notte, ciclo all’interno del quale viene riproposto in versione integrale e nel formato originale (4:3) parecchio materiale d’archivio della tv di stato, tra sceneggiati, spettacoli di prosa, documentari e varietà storici.
Ed è così che scorrendo un anonimo palinsesto di martedì 4 settembre 2012, dopo una giornata fatta da repliche di Don Matteo e Il commissario Rex, è possibile incappare alle 2.25 del mattino nella replica de Il musichiere di Mario Riva, tornato in onda dopo più di mezzo secolo dalla prima trasmissione. Ma si tratta solo di uno dei tanti appuntamenti storici delle notti di Rai1, che per esempio nella notte tra il 5 e il 6 settembre trasmetterà anche Senza rete, varietà musicale in onda a cavallo tra gli anni sessanta e settanta. Negli ultimi mesi sono andate anche in onda anche, tra gli altri titoli, alcune repliche di storiche finali del Festival di Sanremo e il varietà di Renzo Arbore Speciale per me.
Il tutto mentre la diretta concorrente, Canale5, riesce a trasmettere in loop soltanto telefilm recenti e poco apprezzati già al primo passaggio (in questo periodo Nati ieri), appuntamenti con Mediashopping e repliche su repliche dell’edizione nottura del TG5. E nel frattempo, un archivio lungo trent’anni rimane chiuso a prendere polvere e il vintage viene proposto col contagocce e senza troppo rispetto per il telespettatore solo su Rete4, Mediaset Extra e Italia 2.
Un grande ritorno d’immagine quindi per un’azienda televisiva pubblica che organizzando una buona programmazione di qualità e di nicchia in una fascia televisiva altrettanto di nicchia, mostra di non interessarsi solo ai ritorni economici del palinsesto offerto proponendo un palinsesto notturno che non sia esclusivamente un tappabuco in attesa della partenza delle trasmissioni del mattino.