La quinta edizione de Il Testimone, indubbiamente una delle più belle mai andate in onda, si è conclusa questa sera con una puntata interamente dedicata a Roberto Saviano, intervistato da Pif in occasione dell’uscita del libro Zero Zero Zero.
Il vj siciliano ha raccontato la difficile vita dello scrittore, sotto scorta ormai da 7 anni dopo lo straordinario successo del romanzo Gomorra, che come tutti saprete ha denunciato senza mezzi termini i crimini compiuti dai camorristi in Campania e nel resto del mondo. In una situazione del genere, anche il più piccolo dei gesti, dalla passeggiata al gelato in centro (azzeccatissima metafora protagonista dell’episodio) si trasforma nell’ansia di poter essere ucciso, oppure nella preoccupazione di dover essere sempre al centro delle sterili polemiche dei detrattori. Quello che Pif ha voluto sottolineare con maggior enfasi è che, dopo tutto, Roberto Saviano è una persona diversa da noi solo per essere stato in grado di parlare apertamente di quello che in molti non hanno nemmeno il coraggio di accettare, ovvero che la mafia, per citare Peppino Impastato, non è nient’altro che una montagna di merda.
In breve, una conclusione toccante e magistrale per Il Testimone, che ha riconfermato il pungente, ironico e brillante Pif come miglior intrattenitore della televisione italiana. Se esistessero ancora i Telegatti, questa sarebbe stata la trasmissione dell’anno. Chapeau.