Canale5 trasmetterà La grande bellezza il 4 marzo 2014 in prima visione assoluta: un evento di portata eccezionale, dato che solo due giorni prima della messa in onda, il 2 marzo, si terrà la cerimonia degli Oscar durante la quale il film di Paolo Sorrentino ha forti possibilità di essere premiato come miglior film straniero.
La singolarità dell’evento è anche un’altra: la trasmissione in chiaro avverrà infatti con tempistiche assolutamente inconsuete per i canoni della diffusione audiovisiva italiana. Solitamente tra uscita di un film nei cinema e messa in onda sulla tv generalista trascorrono almeno 24 mesi dedicati allo sfruttamento commerciale dell’opera tramite home video e pay per view. Stavolta di mesi ne trascorreranno a malapena 10, perché La grande bellezza è uscito nei cinema soltanto il 21 maggio 2013.
Una scelta che Mediaset (anche società produttrice del film tramite Medusa) ha ovviamente messo in atto per sfruttare l’enorme impatto pubblicitario della cerimonia degli Oscar, ma che non sta mancando di creare polemiche a destra e a manca. Il mondo della distribuzione cinematografica è già sul piede di guerra, e ieri è stata diramata una nota dell’ANEC – Associazione Nazionale Esercenti Cinema – dai toni fortemente critici:
Non si può non sottolineare come la scelta editoriale del Gruppo Fininvest rischi di penalizzare l’ulteriore sfruttamento dell’opera all’interno della filiera audiovisiva. L’imminente messa in onda su Canale5 rischia di tradursi in una forte attenuazione del potenziale cinematografico.
Il chiacchierato e celebrato film interpretato da Toni Servillo, Carlo Verdone e Sabrina Ferilli è infatti tutt’ora programmato nei cinema italiani, e c’è il terrore, da parte degli esercenti, che la messa in onda su Canale5 rischi di “scippare” potenziali spettatori cinematografici. “Il film ha già incassato oltre 7 milioni di euro ma si avvia a diventare un successo longevo, considerando inoltre che concorrerà ai David di Donatello che saranno assegnati ai primi di giugno” dichiara l’ANEM, associazione dei Multiplex italiani.
Una polemica dove tutti hanno probabilmente le proprie ragioni, ma che ha il sapore della difesa anacronistica di interessi ed equilibri ormai superati dai tempi in cui viviamo. Ha davvero senso combattere la diffusione anticipata di un film in tv quando su Internet è possibile procurarsi con estrema facilità, e del tutto gratuitamente, copie pirata di qualità visiva altissima? Ha davvero senso pensare che la fruizione televisiva sia in grado di togliere spettatori ai cinema?