Questa sera non possiamo esimerci dal fare i complimenti a Le Iene Show per un servizio che definire commovente è riduttivo. Il bravo Giulio Golia ha raccontato la storia di Gioele Genova, un bimbo siciliano di quasi un anno e mezzo, colpito dalla nascita da atrofia muscolare spinale. La sua malattia è terribile e lo ha costretto a rimanere in un letto d’ospedale, completamente paralizzato e intubato, da quando è nato.
Il servizio inizia mostrando le strazianti immagini di Gioele lo scorso novembre, quando i genitori hanno ricevuto il nulla osta dal Tribunale per sottoporre il piccolo ad una cura sperimentale di cellule staminali presso l’ospedale di Brescia. Il metodo è praticato in Italia dal professor Davide Vannoni, che sta curando anche Celeste, bimba veneziana della quale si sono occupati tutti i telegiornali a causa di uno stop da parte del ministero nell’agosto scorso perché le cure sono state considerate “potenzialmente pericolose”.
Dopo 20 giorni dall’ordinanza del Tribunale e nonostante le sollecitazioni del papà di Gioele, l’ospedale di Brescia non aveva ancora autorizzato il trasferimento del piccolo – che poteva morire da un momento all’altro – dall’Ospedale di Palermo. Un’ora dopo l’intervento di Golia la situazione si è totalmente sbloccata e i genitori di Gioele hanno ricevuto una telefonata che comunicava l’inizio delle cure di lì a pochi giorni.
Dopo l’iniezione di staminali e il ritorno all’ospedale di Palermo, il servizio ha mostrato la nuova situazione di Gioele. Non è di certo accaduto un miracolo – ma gli stessi genitori non se lo aspettavano -, ma il bambino ha preso molto peso in poche settimane e ha iniziato a fare dei piccolissimi movimenti sia con la testa che con le mani.
Le immagini si chiudono con la giusta riflessione della madre: se un bimbo non si muove e non riesce nemmeno a respirare da solo, condannato in un letto di ospedale, quali cure potrebbero mai essere “potenzialmente pericolose” a tal punto da peggiorare ulteriormente questa drammatica situazione?