È inutile nasconderlo: l’estate televisiva è farcita di repliche, e a ricordarlo si rischia di essere banali. Lasciati alle spalle i fasti delle estati anni ’90, in cui una certa tv “apriva per ferie” dando spettacolo con trasmissioni fresce e inedite (chi non ricorda i balletti estivi di Pamela Prati e Natalia Estrada a La sai l’ultima?), la tv di oggi chiude i battenti già dai primi di giugno, e in alcuni casi anche prima.
Lo spettatore è costretto a “subire” mesi e mesi di riproposizioni, solo a tratti intervallate da qualche sporadico test o programma di poche puntate. Ma l’offerta in replica è proprio quella che lo spettatore vorrebbe? Con che criterio chi di dovere sceglie cosa riproporre?
Proprio in questi giorni mi sono fatto queste domande di fronte al palinsesto di Canale 5. In particolar modo, la replica che mi lascia più perplesso è quella della fiction Le due facce dell’amore. Andata in onda per la prima volta nell’ottobre 2010, la serie era stata rigettata dal pubblico di Canale5 e dopo la serata d’esordio venne spedita dritta dritta su La5 per smaltire le restanti puntate senza “far danni”.
Chi ha deciso che questa serie, al suo secondo passaggio, potesse improvvisamente piacere di più agli spettatori di Canale 5? Le perplessità sembrano dar ragione ad uno spettatore medio come me, dato che la serie ha ottenuto appena il 10% di share e ascolti inferiori a quelli del primo passaggio, fermi all’incirca al 13%, ed è stata battuta sia dalla corazzata di Chi l’ha visto?, che dalla deludentissima Prima serata di Porta a Porta.
Mi dà da pensare anche la presenza in prima serata su Rete4 della fiction Due imbroglioni e mezzo, anch’essa proveniente da Canale5, ma nettamente più amata. Perché una serie che non è piaciuta viene riproposta sull’ammiraglia, mentre un’altra più apprezzata è relegata alla rete cadetta?
Altra fascia, altra fiction: il preserale del sabato è presidiato dall’usuratissima fiction di Ezio Greggio Anni ’50 (addirittura proposta in catch up su Mediaset Extra poche ore più tardi, in prima serata!). I risultati delle repliche? Pessimi. Lo share non raggiunge nemmeno le due cifre e ottiene risultati addirittura inferiori a quelli dello sfortunatissimo Il braccio e la mente di Insinna. Perché non giocare sull’effetto nostalgia, proponendo qualcosa di particolarmente amato ma assente dagli schermi da molto tempo come Caro maestro, i cui ultimi passaggi risalgono a diversi anni fa nella prima mattina domenicale di Retequattro?
Già sostituito, invece, I delitti del cuoco, a giugno in onda nel preserale domenicale ma sospeso dopo poche settimane per bassi ascolti in favore della recente Baciati dall’amore, altra fiction che già al suo debutto ottenne ascolti deludenti ma già al terzo passaggio televisivo.
Un discorso a parte lo meritano poi le repliche dell’edizione 2007 di Scherzi a parte, una delle meno memorabili della storia del ventennale programma, che infatti sta ottenendo ridicoli risultati d’ascolto al sabato sera, totalizzando appena il 9% di share senza una particolare controprogrammazione, mentre la riproposizione del sempreverde Ciao Darwin, sempre del 2007, ottiene un più discreto ma comunque insufficiente 13%.
Come non rimanere perplessi di fronte a certe scelte inspiegabili per lo spettatore medio? La sensazione è che Mediaset voglia approfittare della minor concorrenza estiva per propinare prodotti che suscitano scarso interesse nel pubblico, senza tener conto della presenza della gran quantità di canali che danno allo spettatore più potere decisionale e maggior possibilità di scappare da un’offerta poco gradita, senza dover per forza guardare il “male minore” tre le 7 generaliste “turandosi il naso”, come accadeva anni fa.