L’Eredità non è più quella di una volta. Sembra una frase fatta, ma è un’assoluta verità: i concorrenti bravi e informati sono praticamente spariti, lasciando spazio a personaggi senza cultura. Non ci riferiamo a nessuno in particolare, perché l’ignoranza – nel senso letterale del termine, dal verbo ignorare – ormai dilaga da mesi e quei pochissimi concorrenti con una minima preparazione vengono sempre “fatti fuori” ai rigori, se non prima.
Se all’inizio poteva sembrare un caso, col passare delle settimane è diventata una certezza: la produzione punta sull’impreparazione. Follia? Teoria complottistica? No, una realtà che ha addirittura una spiegazione logica della quale siamo convinti: l’ignoranza fa ascolti.
Pensateci. Quanto è bello sentirsi “superiori” agli altri? Poter dire “io la sapevo e lui no” vedendo un quiz televisivo? Bellissimo! Ed è proprio quello su cui stanno puntando ultimamente gli autori de L’Eredità, ossia l’appagamento del pubblico, spinto ad accrescere il proprio ego attraverso la visione delle puntate.
D’altra parte, quanti in Italia possono pensare che la disciplina dell’atletica che può essere “su strada” o “su pista” sia l’ippica, tolto il campione di questi giorni (che sogna di diventare un giornalista sportivo)? Citiamo una risposta surreale a caso, ma di risposte di questo livello ce ne sono decine ogni sera. Concorrenti che non sanno collocare una guerra mondiale durante il gioco delle date, che non hanno la minima idea di chi abbia scritto una celebre aria lirica, o che non sanno chi sia il Presidente della Repubblica. E non stiamo esagerando.
A conferma della nostra teoria ci sono gli ascolti, addirittura cresciuti in quest’ultima stagione, da quando i campioni – che riescono a durare perfino svariati giorni – sono di un’ignoranza senza precedenti. Ma, alla lunga, questa politica pagherà? O la gente, accresciuto abbastanza il proprio ego, virerà verso altri lidi? Sempre che la concorrenza offra un riparo dall’ignoranza dilagante…