Massimo Giletti ha finalmente parlato del suo futuro in tv, e per farlo ha scelto un’intervista di Panorama, che si apre proprio chiedendogli se resterà a La 7 a condurre Non è l’Arena o se tornerà in Rai:
“Rimango a La 7. Ad Urbano Cairo devo gratitudine e rispetto. Mi ha dato libertà quando gli altri me l’hanno tolta. Non posso dimenticarlo. Resto dove sono”.
La 7 può dirsi contenta, visti anche i numeri che Non è l’Arena ha portato alla rete diretta da Andrea Salerno la domenica sera, permettendole di migliorare gli ascolti di una serata difficile. Giletti, però, ammette anche di avere nostalgia della Rai:
“Io so chi ha deciso di chiudere L’Arena e mi spiace che Orfeo (direttore generale della Rai, ndr) si sia reso complice di un’operazione che non è neppure servita a chi l’ha voluta”.
Giletti rivendica che l’Arena abbia “anticipato la lotta ai privilegi, il malumore contro un certo modo di fare politica. Ma non c’è mai stato rancore”. Per quanto riguarda Non è l’Arena, invece, respinge l’accusa di populismo: “Ho un’alta considerazione del popolo che è qualcosa di diverso dall’essere populisti”.
Dichiarazioni di stima, quindi, verso La 7, sebbene Giletti sembra non avere ancora firmato il nuovo contratto: “Dopo l’esperienza della Rai non posso più dare nulla per scontato ma sono un uomo per cui la parola ancora conta”.