Spesso Maria De Filippi è stata apostrofata come “Maria dei miracoli”, perché è riuscita ad arrivare a risultati positivi anche dove tutti gli altri avevano fallito. Ma il miracolo, con Morgan, non c’è stato. Dopo averlo prima invidiato alla concorrenza e averlo fortemente voluto ad Amici, quest’anno l’ha promosso da opinionista a Coach, dandogli un ruolo simile a quello che aveva ricoperto a X Factor. Peccato che, esattamente come accaduto nel talent di Sky – anche se lì c’è voluto qualche anno -, la straripante personalità del cantante non sia riuscita a sottostare alle regole del programma.
Morgan ha voluto dettare legge all’interno della Squadra Bianca, sicuramente in buona fede, basandosi sul suo istinto e sulla sua conoscenza, cercando di rifare proprio ciò che aveva fatto ad X Factor, ma senza tenere in considerazione gusti e inclinazioni dei suoi allievi. Purtroppo, trovandosi ad avere a che fare con ragazzi dal carattere forte e deciso – al limite della strafottenza -, la situazione è degenerata e la rottura è stata definitiva.
La produzione ha cercato di trovare una via, un punto di incontro, ma senza riuscirci e il programma non ha potuto far altro che rendere noto il divorzio alla stampa. E’ Maria De Filippi in persona a farlo, raccontando come la situazione si è guastata del tutto e come, addirittura, Morgan stia gridando al complotto. E’ un suo fallimento, dice la conduttrice, anche se noi lo chiameremmo più che altro un iniziale eccesso di presunzione: la presunzione di riuscire a “ingabbiare” una persona che in decine di momenti diversi ha dimostrato di essere una mina vagante e di non lasciarsi sottomettere o dominare.
Noi vi riportiamo il comunicato esattamente come ci è arrivato. Buona lettura.
Sono purtroppo costretta a confermare le voci che annunciano l’uscita di Morgan da Amici. È vero e lo considero un mio fallimento. Considero Morgan un artista a tutti gli effetti, un uomo pieno di cultura, pieno di ironia e di doppifondi (perché contengono tutto e il suo contrario), di conoscenza e di esperienza. È un musicista e sa tanto di musica, doti eccezionali per ricoprire, credevo, il ruolo di Coach capitanando una delle due squadre che si fronteggiano durante la fase serale di Amici.
E ho sbagliato. Non nel riconoscergli queste prerogative perché le ha, ma perché ho creduto che potessero bastare, non valutando che avrebbe anche dovuto ricoprire un altro aspetto purtroppo altrettanto necessario: corrispondere alle esigenze dei ragazzi.
Creare quel legame che porti i ragazzi in gara, a credere nel loro coach; far si che i ragazzi gli riconoscano le capacità di guida e di crescita come è giusto che sia in ogni rapporto costruttivo e mai impositivo. Questo non è successo. Anzi purtroppo è successo l’esatto contrario.
La squadra che Morgan ha capitanato è composta attualmente da quattro partecipanti e tre di loro hanno chiesto a noi una soluzione immediata, disposti – uno di loro con certezza – anche a lasciare il programma pur di non dover più avere obbligatoriamente Morgan come coach. Si sono sentiti non compresi, mai esaltati non nelle loro doti perché non sanno nemmeno se le hanno, ma nello spirito di entusiasmo inteso come tensione positiva, e di fiducia con cui si vorrebbe e dovrebbe affrontare il palco del serale e la gara.
Amici è e vuole rimanere un programma che racconta al pubblico le vicende di alcuni ragazzi che hanno talento e che sperano di vederlo riconosciuto da chi fuori dal programma, potrà offrire loro un’occasione di far diventare quel che sognano, realtà. E io questo non posso tradirlo.
Dato lo stato dei fatti, e non volendo perdere una risorsa come Morgan, ho proposto ai ragazzi e a lui stesso, che la sua figura potesse rimanere a fare quello che spesso lui mi ha ricordato essere la miglior espressione di se: fare musica e parlare di musica. Svincolando lui dagli obblighi degli schemi che invece purtroppo servono a far andare avanti la macchina organizzativa. E svincolando loro, i ragazzi, dalla regola che vuole che il coach decida in accordo con la produzione, i brani da assegnare, i brani da schierare e le scelte di chi, in caso di perdita di partita, debba affrontare il ballottaggio e poi magari anche l’abbandono del programma.
Morgan non ha voluto incontrare ne noi ne ha voluto accettare l’invito a parlare lui direttamente con i ragazzi. Ha scelto di mandare un suo rappresentante con l’intento di spiegare ai ragazzi chi fosse davvero Morgan e quali qualità avesse da offrir loro. L’incontro tra il suo rappresentante e i ragazzi c’è stato e non ha sortito nessun cambio di visuale da parte loro.
Dopo una lunga e vana attesa di un incontro con gli autori e con chi gestisce la produzione, tutto è degenerato. Da lui sono partiti gli insulti, le accuse, le teorie complottiste e persecutorie, fino alla ovvia e necessaria risoluzione degli impegni reciproci. Peccato.
Morgan è e rimane una persona che ho stimato e che stimo per essere com’è. Tutti mi dicono che presto farà in modo che su di noi ricadano le più brutte nefandezze. Spero di no e laddove fosse, spero di continuare a rimanere salda nel mio pensiero su di lui.