Pomeriggio Cinque di oggi ha offerto oggi un teatrino che definire sconvolgente è riduttivo, con i due testimoni del caso Ragusa, Loris Gozi e Pasquale Davi, che si sono reciprocamente insultati. Questo assurdo “siparietto”, va detto, è la continuazione di una discussione iniziata già l’altro giorno, quando erano entrambi in collegamento con Barbara d’Urso. Visti gli ascolti che il programma sta riuscendo a raccimolare in questi giorni – anche grazie alla presenza dello Zecchino d’Oro su Rai1 -, gli autori hanno pensato di preparare un secondo round di botte mediatiche.
Per chi non fosse a conoscenza del caso, riassumiamo velocemente: dopo la scomparsa di Roberta Ragusa, un unico testimone (Loris Gozi, apparso molte volte in tv) ha raccontato di aver visto il marito di Roberta, Antonio Logli, la notte della scomparsa, nonché di aver sentito delle grida provenire da una macchina parcheggiata a bordo strada. Loris si è sempre detto convinto dell’uccisione della Ragusa.
Da alcuni giorni è spuntato però un altro testimone, Pasquale Davi, uno chef di origine italiana che vive a Cannes, che si dice sicuro di aver incontrato la Ragusa proprio a Cannes nel maggio del 2012. Il fatto è stato prontamente riferito alla Procura di Pisa, che inizialmente ha sottovalutato la segnalazione e solo recentemente ha ascoltato Davi. Lo chef è però certo che si trattasse della Ragusa, visto anche il comportamento tenuto dalla donna – e dall’uomo che era con lei – dopo il riconoscimento.
A scatenare la discussione della volta scorsa proprio le reciproche convinzioni sulla Ragusa. Dopo che entrambi, in seguito al diverbio, hanno abbandonato il programma, Barbarella ha pensato bene di fare un nuovo collegamento a tre, dove sono volate parole come “pagliaccio” e minacce di querela da parte di Gozi verso Davi. Anche durante la pubblicità e la pausa per il TG5 la discussione è continuata, con la d’Urso a fare da mediatrice (o “aizzatrice”?), nonostante qualche simpatia mal celata verso Loris.
Lo spettatore non ha potuto far altro che assistere inerte, con la mascella caduta, come se il protagonista di questo brutto fatto di cronaca non fosse la Ragusa, ma i due presunti testimoni. Oltre alla d’Urso, ovviamente.