Il sabato sera di Raitre continua ad essere all’insegna della divulgazione. Dal 15 aprile 2023, infatti, alle 21:45 torna con la seconda edizione Quinta dimensione-Il futuro è già qui, programma di approfondimento e divulgazione scientifica di Rai Cultura condotto da Barbara Gallavotti. Quattro puntate per approfondire fatti e concetti che permettono di comprendere le sfide e le opportunità di una società come la nostra, in rapidissimo cambiamento. Il tutto, con un linguaggio accessibile e immediato.
Nel corso di questa edizione, Barbara Gallavotti analizzerà alcuni bisogni primari che accomunano la nostra specie a moltissime altre: quello di nutrirsi, di comunicare, di unirsi per generare discendenti e quello, unicamente umano, di creare e preservare l‘antichità e l‘arte.
Quinta dimensione 2023, puntata 22 aprile
Partendo dal titolo “La battaglia dei sessi”, questa puntata approfondisce il bisogno primario degli esseri viventi di unirsi per generare discendenti, e analizza, attraverso le informazioni raccolte dalla ricerca, le diversità tra maschi e femmine e quello che ne deriva.
Ma esiste in natura una contrapposizione fra sessi diversi? Per capirlo, Barbara Gallavotti ci guiderà alla scoperta dell’evoluzione della riproduzione, dal cannibalismo sessuale di alcuni ragni e crostacei, a quella asessuata dei batteri, fino a quella sessuale.
Con il biologo Pascal Marty allo zoo di Zurigo, vedremo come la riproduzione sessuale sia comparsa sul nostro pianeta, associandosi al piacere e dando il via a cure dei piccoli che portano a un conflitto fra sessi apparentemente minore, per aumentare le possibilità di sopravvivenza dei discendenti.
Andrea Isidori, professore di endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e Presidente della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità, spiegherà il ruolo fondamentale del testosterone e il corretto approccio alle terapie per assumerlo. Scopriremo anche come tutti noi iniziamo il nostro sviluppo come femmine e parleremo con la professoressa Anna Maria Colao della cosiddetta medicina di genere.
Per alcuni animali, invece, la definizione di sesso per nascita non è così semplice: alcuni sono ermafroditi, altri cambiano sesso nel corso della vita e per altri ancora a determinare il sesso non è il DNA, ma la temperatura durante lo sviluppo embrionale.
Osservando le società di eterocefali glabri, di iene e di elefanti, vedremo come il ruolo femminile può essere diverso anche quando è dominante. E ancora, come per alcune scimmie, rane e uccelli, la salvaguardia e la cura dei piccoli sia un lavoro maschile, arrivando al cavalluccio marino, capace di affrontare persino il parto. E neppure l’omosessualità sembra costituire un ostacolo alla riproduzione: per gli albatros di Laysan, avere due mamme è la normalità, mentre un quarto delle coppie di cigno nero è costituito da due papà. Tutti esempi che indicano che la battaglia dei sessi è solo apparente, perché in ogni specie lo scopo è il medesimo, la salvaguardia dei piccoli.
Analizzeremo come alcuni stereotipi e pregiudizi sulla disparità di genere si riassumono in un punto solo: il cervello di uomini e donne è diverso. Come ci spiegherà la professoressa Michela Matteoli però, le eventuali differenze strutturali sono minime, e quelle che sembrano esserci nelle modalità di funzionamento non hanno un significato sociale o sociologico: dal punto di vista cognitivo non ci sono cose che gli uomini possono fare e le donne no, o viceversa.
Sulle rocce dei Balzi Rossi a Ventimiglia, scopriremo insieme alla direttrice Antonella Traverso, che quello che per anni fu considerato l’Uomo di Menton fu in realtà una donna, ribattezzata Signora del Caviglione.
Esploreremo alcuni matriarcati contemporanei, come quello dell’etnia Mosuo ai piedi dell’Himalaya o i Moken nel mar delle Andamane, fino a quello radicale del villaggio Umoja in Kenya, dove gli uomini sono banditi. Vedremo come le società tradizionali sembrano quasi ossessionate dall’attribuire ruoli precisi in base al sesso biologico delle persone, con conseguenze a volte drammatiche.
Ma se da un punto di vista evolutivo la divisione dei sessi è funzionale a garantire la sopravvivenza della specie, tra noi umani le cose vanno oltre: gli uomini posso tramandare idee oltre ai geni e per molte persone avere dei discendenti non è importante.
Molto più desiderabile, è seguire le proprie idee. E non mancano i casi di chi, a questo scopo, ha sovvertito tutti gli schemi, come “la regina della pedivella” Alfonsina Strada che con le sue imprese è stata un’artefice dell’emancipazione femminile.