Che il Festival di Sanremo 2013 sarà un Festival innovativo lo vediamo dai nomi: al contrario degli anni scorsi, non figurano vecchie glorie della musica leggera italiana nel disperato tentativo di reimporsi al pubblico, ma troviamo nomi di artisti facilmente rintracciabili negli scaffali dei dischi (o meglio, negli iPod) dei giovani sotto i quarant’anni.
Un Festival fresco, dove non ci saranno come negli ultimi dieci anni quei due artisti considerati “giovani” ma in realtà ormai bolliti da anni messi nella rosa come pretesto per dire che “Sanremo si svecchia”. E se il tentativo dell’anno scorso (a parte i pochi ex talent che nella rosa dei concorrenti entrano a furor di popolo pena il linciaggio del conduttore di turno, basti vedere le polemiche di questi mesi) è andato a finire male con dei Marlene Kuntz sottotono e fiacchi, si spera che almeno quest’anno con i Marta sui Tubi e gli Almamegretta, sconosciuti ai più ma adorati dalla nicchia, che poi tanto “nicchia” non è, di pubblico della musica indie e dell’underground musicale italiano, possano portare una ventata di freschezza ad una kermesse che da anni non rispecchia le playlist, per usare un termine al passo con i tempi, degli italiani più giovani.
E per creare un cast artistico dove Elio e le Storie Tese, Simone Cristicchi e Daniele Silvestri risultano essere i veterani della situazione, è stato necessario tener fuori dalla gara una schiera di artisti alla disperata ricerca di una fama che ormai da anni torna solo per una settimana all’anno, casualmente a febbraio, con canzoni che spesso si piazzavano anche sul podio del maggior festival musicale italiano ma che poi venivano dimenticate dal pubblico dopo l’ultima esibizione a Domenica in il giorno dopo la fine di Sanremo. A pubblicare una lista di alcuni estromessi dalla manifestazione è Il Secolo XIX, che sottolinea anche quanto abbia contribuito il dettaglio della doppia canzone per far inciampare diversi mostri sacri della canzone (portare un brano accettabile è già difficile, figuriamoci due!).
Ed è così che Fabio Fazio ha detto no a Mogol e Bobby Solo, 143 anni in due, perché la loro musica non rispecchiava il panorama musicale italiano contemporaneo, filo conduttore dell’edizione in preparazione. Un no secco anche per Albano, uno dei più assidui ospiti della kermesse e spesso arrivato ai piani alti della classifica con brani che non sono usciti dal teatro Ariston come Amanda è libera o L’amore è sempre amore. Pare che il pugliese dalla grande voce se la sia presa per il trattamento ricevuto, ma che abbia capito gli intenti di Fazio e della sua squadra. Estromesse anche Anna Oxa e Tosca (con testo di Ivano Fossati), due che a Sanremo hanno perlomeno tentato di sperimentare (la prima con Processo a me stessa, la seconda con Il terzo fuochista) rimanendo comunque fuori dai gusti popolari. Ornella Vanoni e Gino Paoli pare invece siano stati più lungimiranti dei colleghi: accorgendosi di non avere delle valide canzoni, pare abbiano ritirato le loro proposte di partecipazione. I Tazenda invece hanno proposto dei brani considerati brutti e sono stati respinti per questo.
Sarà un Sanremo nuovo, dove il concorrente più anziano, il batterista degli Almamegretta, ha poco più di 55 anni, anche se di fatto l’età non ha valore sulla validità musicale di un artista; ad esempio, un bis di Franco Battiato non avrebbe affatto sfigurato in quest’edizione rivolta ai giovani, che proprio negli ultimi anni hanno riscoperto il maestro dell’elettronica italiana e della musica sperimentale dimostrando molta più apertura mentale sul fronte artistico dei cosiddetti “adulti”, vittime dello snobismo nei confronti degli ex talent (non tutti sono dei semplici interpreti senza niente da dire) e delle nuove realtà.
E a chi come successo ieri a La vita in diretta (dove nemmeno conoscono gli artisti in gara, visto che hanno sottolineato l’assenza di ex Amici nonostante nel cast sia presente Annalisa) si lamenta dell’assenza dei veterani, dopo anni e anni di Milva, Little Tony e Peppino Di Capri, diciamo per una volta di lasciar spazio ai giovani, e magari starli ad ascoltare.