Che bella giornata che c’è oggi a Sanremo: il cielo è terso ed ha il colore del mare, là dove non si tocca. Eppure c’è qualche nuvola in sala stampa: qualche mal di pancia che parla di retorica e di intervento “sempre uguale” sulla performance di Roberto Benigni di ieri sera durante la terza serata del Festival di Sanremo 2020.
Io non sono preparata come i signori giornalisti qui presenti e quindi, se devo fare un passo indietro (come ha detto Amadeus), lo faccio senza rivalse d’orgoglio. Una cosa però penso di averla capita: ogni volta che il sig. Benigni decide di esibirsi, qualsiasi cosa racconti, lo fa con il piglio di chi è sicuro di poter intervenire sulla vita delle persone. E’ un’etica sincera (oh Signur! Che parolone che mi è venuto!) che traspare dai suoi occhi e che si legge nel fremere delle sue mani, mentre le muove per accompagnare ciò che dice.
Fa sempre la stessa cosa? Può darsi. Non c’è nulla di nuovo? Magari hanno ragione loro. Ma se quello che dice (e come lo dice) cambiasse o salvasse la vita di uno solo, dico anche solo uno, di quelli che lo ascoltano, avrebbe ragione lui. E chi ha ragione vince. Gli altri zitti e mosca.