Per celebrare la Festa della Liberazione, Raiuno ha deciso di mandare in onda un film-tv dedicato ad una donna che per la nostra democrazia ha fatto davvero tanto: Tina Anselmi – Una vita per la democrazia è infatti la storia della prima Ministra della Repubblica italiana, una donna che si è data alla politica dopo aver combattuto il naszifascimo nella Resistenza ed aver difeso i diritti delle lavoratrici.
Ma da quante puntate è composta la fiction su Tina Anselmi? In realtà, come detto è un fiilm-tv, dunque in onda in un’unica serata, quella di martedì 25 aprile 2023. Il film-tv, diretto da Luciano Mannuzzi, ha una durata di circa cento minuti.
Tina Anselmi – Una vita per la democrazia, la trama
Tina Anselmi (Sarah Felberbaum) ha solo 16 anni quando nel 1944 viene portata, insieme a tutti gli studenti di Bassano, a vedere 31 uomini impiccati dai tedeschi. Quel giorno capisce che per cambiare il mondo non si può restare a guardare, bisogna agire. In quel momento significa entrare nella Resistenza e rischiare la vita, la prigionia, la tortura.
Con l’incoscienza dei suoi 16 anni, Tina diventa staffetta partigiana e pedala senza sosta tra Castelfranco e Treviso portando documenti e informazioni. Tra i partigiani conosce anche un ragazzo che le fa battere il cuore. Si chiama Nino Arcoleo (Piero Cardano) e studia medicina. Insieme, sognano un futuro.
Arriva la primavera del 1945, l’Italia è finalmente libera. Tina è felice, ma anche consapevole che quella ragazza che ha rischiato la vita per la democrazia, non è più la stessa di qualche mese prima. Che senso ha la libertà, se c’è ancora l’ingiustizia? E l’ingiustizia più grande che vede è quella che colpisce le giovanissime operaie delle filande. Le più povere, tra le povere. Un lavoro precario, poco pagato, che si porta via la loro giovinezza e la salute. Tina comincia la sua nuova avventura nel sindacato. Accanto ha spesso una nuova amica, Francesca Meneghin (Benedetta Cimatti), di Vittorio Veneto, con cui condivide ideali e battaglie. La condizione della donna comincia a diventare un pensiero pressante.
Non c’è in Italia, tra uomini e donne, parità di salario. Esiste ancora la facoltà di licenziare per matrimonio. E nemmeno a scuola le ragazze hanno le stesse opportunità dei maschi. Nasce in lei l’idea di quella che sarà la Commissione per le Pari Opportunità. La passione di Tina per la vita si scontra con la morte di Nino, per tubercolosi. È un dolore enorme che sembra schiacciarla ma, anche grazie all’aiuto di Francesca, riprende a lottare con forza e determinazione.
Il legame tra Tina e il Veneto resta fortissimo, ma Roma e la Democrazia Cristiana sono sempre più presenti nella sua vita. C’è un deputato, Aldo Moro (Gaetano Aronica), che più degli altri sembra credere in lei. Tina nel 1976 diventa Ministra del Lavoro; è la prima volta che una donna in Italia ricopre questo ruolo. Grazie a lei, le differenze salariali tra uomini e donne vengono abolite. Due anni dopo è Ministra della Salute, sul suo tavolo ci sono leggi e riforme importanti: la legge sull’aborto, la riforma Basaglia, l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale. Ma il giorno in cui dovrebbe nascere il nuovo Governo, il sequestro di Aldo Moro stravolge l’Italia e qualsiasi agenda politica.
Tina non si ferma, va avanti nel suo lavoro e sceglie, in sintonia con il suo partito, la linea della fermezza. Le certezze che avevano animato la sua vita oscillano. C’è qualcosa nella democrazia, che ha perseguito con tenacia e sognato fin da quando era ragazzina, che improvvisamente le sfugge.
Qualche anno dopo, nel 1981, è Presidente della Commissione di indagine sulla loggia massonica P2. Di nuovo unica donna in un mondo di uomini. Audizione dopo audizione, Tina scopre gli interessi di un gruppo di potere che ha cercato di governare il Paese in modo occulto, senza passare dalle elezioni o dal confronto democratico. E capisce che il mondo in cui aveva creduto di vivere e combattere le sue battaglie a viso aperto è molto diverso da come lo aveva immaginato.
Potrebbe arrendersi, ma ancora una volta, non lo fa. Nonostante le pressioni e le minacce, porta a termine una relazione lucida e dettagliata sull’azione delle logge deviate in Italia e riesce a farla approvare con una larghissima maggioranza.