Da stasera alle 23.55 riprende la stagione primaverile di Un giorno in pretura, che quest’anno compie trent’anni, confermandosi come il programma più longevo di Rai3, sempre sotto la conduzione e la regia di Roberta Petrelluzzi, dalla Corte d’Assise di Torino, presieduta dal Dott. Pietro Capello.
Alle 8 del mattino del 21 marzo 2012, un uomo con un casco in testa si fa aprire per consegnare un pacco in un palazzo del centro di Torino. Dopo pochi minuti cinque colpi di pistola squarciano il silenzio. E’ stato colpito Alberto Musy, un avvocato di 44 anni, di rientro a casa dopo aver accompagnato a scuola le sue quattro bambine. Musy morirà in ospedale dopo 19 mesi di coma.
Le indagini sono molto complicate. L’avvocato Musy era conosciuto come una persona perbene. Si divideva fra la professione forense nello studio di famiglia, l’insegnamento all’Università di Novara, e l’impegno politico come consigliere comunale. In assenza di spunti investigativi evidenti, vengono analizzati tutti i fascicoli del suo studio legale, le iniziative in campo politico che avessero potuto nuocere a qualche interesse nella malavita torinese, i rapporti con i suoi colleghi all’università.
Fino a quando alcuni collaboratori di Musy riferiscono di alcuni dissapori con un ragioniere calabrese che era stato inserito nella sua lista civica alle ultime elezioni. Francesco Furchì viene arrestato, e deve oggi difendersi, incensurato, dall’accusa di omicidio volontario.